BITTI
Bitti è un paese della provincia di Nuoro di circa 3000 abitanti, è il centro più importante della Barbagia settentrionale, tanto che in altri tempi la zona si era meritata la denominazione più propria di Barbagia di Bitti.
Dista 38 km da Nuoro, in una valle circondata dai colli di Sant'Elia, di Monte Bannitu e di Buon Cammino. Il suo territorio comunale confina con le province di Sassari e Olbia-Tempio.
L'abitato, disposto ad anfiteatro, si è sviluppato intorno a un nucleo storico al cui centro è la chiesa di San Giorgio, e conserva le tipiche costruzioni in pietra.
l comune è stato ampliato nel 1881 quando gli è stato accorpato il vicino comune di Gorofai .
Le origini del paese risalgono alla preistoria, prima del 3000 a.C. Il popolo dei Balari è il primo abitatore del centro. Con l'arrivo dei Romani si crea un vero e proprio nucleo urbano. Per tutto il periodo repubblicano Roma lotta per vincere la fiera resistenza dei Balari. Lo scontro si conclude con l'unione dei due popoli. La "villa di Bitti", come è chiamata nel Medioevo (citata nel 1170 circa con il nome di Bitthe), viene incorporata nel Giudicato di Gallura e diventa sede di curatoria e poi, nel XIV secolo, entra a far parte del Giudicato di Torres.
Nel sec. XIV passò agli Arborea e, alla caduta del Marchesato di Oristano (1478), agli Aragonesi. Nel 1617 fu incorporato nel Marchesato di Orani, cui rimase fino all'abolizione dei feudi (1839). Segue poi le vicende sarde.
Secondo la tradizione il paese prende il nome dal sardo "sa bitta" (cerbiatta).
La leggenda, infatti, narra di una cerbiatta che venne uccisa da un cacciatore mentre si abbeverava in una fonte, l'attuale fontana de "Su Cantaru" all'interno del paese. Il fatto viene richiamato anche da una poesia popolare di autore ignoto.
Essendo l'allevamento l'attività prevalente del paese (il paese vanta infatti un notevole patrimonio ovino), può essere considerato centro pastorale per eccellenza e tradizionale punto di riferimento nella produzione lattiero casearia, ben rappresentata fra l'altro nel Museo della Civiltà Contadina e Pastorale, allestito nel centro storico del paese e aperto al pubblico da diversi anni.
Ma è il Canto a Tenore che fa di Bitti il luogo ove si sono conservate tradizioni, cultura e usi legati al passato. Il Canto a Tenore è la più viva testimonianza delle radici arcaiche della cultura sarda, esso è strettamente legato alla poesia improvvisata e descrive momenti della vita di tutti i giorni, del mondo agricolo - pastorale e artigianale
I Tenores non usano musica scritta: questa tradizione musicale-culturale è tramandata letteralmente di padre in figlio. Il loro canto è strettamente legato alla poesia improvvisata, anche se sono perfettamente in grado di eseguire brani costruiti su poesie scritte da autori classici della letteratura Sarda del tutto misconosciuti dalla letteratura ufficiale Italiana.
La sua importanza è stata riconosciuta a livello internazionale con l'inserimento da parte dell' UNESCO tra i ''Masterpieces of the oral and intangible of Humanity'' e perciò proclamato ''Patrimonio intangibile dell'Umanità''. E' per confermare l'importanza che il Canto a Tenore ricopre per il paese, che il Comune dal luglio 2005 ha allestito e inaugurato il ''MUSEO MULTIMEDIALE DEL CANTO A TENORE'', dedicato a questa importante tradizione musicale – culturale.
Si tratta del primo museo sardo del "canto a tenore", situato nel centro del paese, nell'antico quartiere di Monte Mannu, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale, all'interno di una tipica casa locale con pavimenti "a taulatu", in legno, e soffitto di canne e travi di ginepro.
Il museo raccoglie il materiale sonoro dei più noti complessi vocali sardi e ha come obiettivo lo studio e la valorizzazione dei vari "canti a tenore" dell'isola, ma anche la programmazione di convegni sul canto sardo e mediterraneo. Si tratta di un importante centro studi sulla polifonia della Sardegna centrale, che collabora con i paesi in cui il canto tradizionale è oggi ancora praticato e vuole diventare anche un centro di ricerca e un luogo di riferimento per studiosi, ricercatori, gruppi di cantori, appassionati e visitatori.
Luoghi di interesse
Edifici religiosi Numerose sono le chiese nell'abitato e nei dintorni di Bitti, dato che le prime informazioni sicure sui titolari delle chiese di Bitti e del suo antico borgo di Gorofai risalgono al 1496, ma delle 42 chiese esistenti allora, oggi ne resta i piedi circa la metà. Nei mesi compresi tra maggio e ottobre, Bitti rende omaggio ai numerosi santi celebrati nelle dodici chiese campestri attualmente aperte al culto, disseminate nel vasto territorio e caratterizzate dalle linee graziose di un'architettura semplice e austera.
CHIESA DE SANTU MICHELLI (SAN MICHELE ARCANGELO)
Le chiese:
Santu Jorgi - San Giorgio Martire (Chiesa Parrocchiale Bitti)Sa Pietate - Madonna della Pietà
Sas Grassas - Madonna delle Grazie
Santu Michelli - San Michele Arcangelo
Cumbentu (Santa Ruche) - Chiesa di Santa Croce
Sant'Elia (profeta)
Bonaera (e Santa Tzigliana) - Chiesa della Madonna di Bonaria e Santa Giuliana (vergine e martire)
Bonu Caminu - Madonna del Buon Cammino
Santu Juanne 'e S'Ena - San Giovanni Battista
Santu Matzeu - San Matteo (apostolo)
S'Annossata - Santuario della SS. Madonna dell'Annunziata
Santa Maria 'e Dure - Santa Maria
Babbu Mannu - SS. Trinità
Sant'Istevene 'e Dure - Santo Stefano (martire)
Santa Luchia 'e Dure - Santa Lucia (vergine e martire)
Santu Jorgeddu 'e Dure - San Giorgio di Suelli (vescovo)
Sant'Antoni - Sant'Antonio da Padova
Sa Defessa - Madonna della Difesa
Su Meraculu - Santuario di Nostra Signora del Miracolo
Su Sarvatore - SS.mo Salvatore (Chiesa Parrocchiale Gorofai)
Sa 'e Velitza - SS.mo Salvatore (Chiesa del cimitero)
Il patrimonio archelogico :
Il vasto territorio di Bitti è caratterizzato dalla presenza di interessanti siti aercheologici. Tra questi spicca per importanza il Complesso di Romanzesu Il sito è situato a circa 13 km dal centro abitato, immerso in un affascinante contesto ambientale di bosco di sughere e pittoreschi affioramenti rocciosi sull'altopiano granitico che si estende a N/NE di Bitti. Si tratta di una delle più suggestive stratificazioni monumentali prodotte dalla civiltà nuragica nel corso della sua storia millenaria vasto altopiano granitico che si estende a N/NE di Bitti, custodisce a 13 km circa dal centro abitato,: il complesso abitativo-cultuale di Romanzesu.
Complesso di Romanzesu
Al 1919 vanno riferiti il primo intervento esplorativo attuato nell'area di Romanzesu dall'allora Soprintendente alle Antichità della Sardegna Antonio Taramelli in seguito al primo danneggiamento delle strutture murarie di un tempio a pozzo e, conseguentemente, le prime notizie sulla presenza di strutture di epoca nuragica in questa località. A partire dalla fine degli anni '80, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica per le Province di Sassari e Nuoro e il Comune di Bitti, una serie di regolari campagne di scavo, curate dalla D.ssa Maria Ausilia Fadda, ha consentito di esplorare un ventesimo circa della vasta area insediativa (estesa circa 6 ha) riportando alla luce una decina di capanne e 5 monumentali edifici a destinazione cultuale e/o cerimoniale, tutti realizzati in granito locale. Il complesso è oggi al centro di un progetto di salvaguardia e valorizzazione di ampio respiro che, oltre a garantire una continuità operativa dell'indagine archeologica, appare al contempo finalizzato all'istituzione di un vero e proprio Parco Archeologico.Un altro sito di grande belle zza e suggestione è quello che si colloca nella straordinaria cornice ambientale di Monte Tepilora, maestoso rilievo localizzato al margine NE del vasto territorio comunale di Bitti.
Immediatamente alla base della guglia rocciosa che fronteggia da ovest la cima più elevata, si possono osservare le porzioni residue di un’opera muraria difensiva di epoca nuragica, realizzata nella consueta tecnica a secco e a sacco. Il monumento é ubicato a quota 475 m circa, s.l.m., in posizione dominante (da O) la sella che raccorda le due cime centrali del Tepilora e con ampia visuale sul versante S del monte e sul fondovalle di Conca ‘e Garalu.
Il corpo edilizio superstite, edificato a protezione ulteriore di una piccola area pianeggiante (dimensioni max. rn 13 x 7,20 circa) già naturalmente assai munita, appare articolato in due distinte strutture murarie, sviluppate in versante lungo la medesima linea di quota e raccordate ad aspri spuntoni granitici, in modo da tamponare gli esigui varchi presenti nella parete rocciosa quasi verticale.
I siti archelogici:
Area Insediativa RomenzesuArea fortificata monte Tepilora
Nuraghe Su Eritta
Nuraghe Ortuidda
Area Insediativa Solle
Area Insediativa Tuturchi
Area Insediativa di Seris
Area Insediativa sa "e Miali-Punta Carreri"
Area Insediativa Sa Patzata
Nuraghe Sa Raighina
Menir S'Istapula
Area Insediativa Saucco-Lughei
Tomba dei Giganti di Guore
Menir di S'Ena
Nuraghe Siddu
Domus de janas di Serra Ruja
Tombe dei Giganti di S'Ascusorgiu
Nuraghe Istelai
Nuraghe Lassanis
Domus de janas Conch'e janas